Trote all’aceto in padella
La ricetta delle trote all’aceto in padella, per gli amanti del pesce d’acqua dolce è davvero semplice e saporita, accompagnata da un’insalata è un piatto leggero che ben si adatta alle tavole estive.
Le trote all’aceto in padella sono una ricetta di Chef C, che esperto di pesce oggi ci illustra quali sono le varietà di trote più comuni in Toscana.
Di trote ne esistono un’infinità di specie e sottospecie, le più facilmente reperibili e pescabili, almeno qui in provincia di Firenze, sono la trota iridea, argentea e cangiante, con spesso piccoli puntini neri e la fario, secondo me la più buona e pregiata, riconoscibile per i pois rossi e neri e le dimensioni spesso più abbondanti e la carne più asciutta e gustosa.
C’è poi la cosiddetta trota salmonata, che non è una specie a sè stante, ma una trota che per la sua peculiare alimentazione ha raggiunto una colorazione rosata, o addirittura aranciata, delle carni.
Questo può avvenire in natura se la trota ha mangiato perlopiù gamberetti e crostacei vari, che sono ricchi di carotenoidi e ciò conferisce un’alta qualità e un buon sapore alle carni; tuttavia, più spesso, ahimè, viene fatto accadere in maniera artificiosa, dando carotenoidi a gogò alle trote di allevamento e forzando così la loro colorazione.
Questo non è velenoso di per sè, ma non dà quel gusto in più alla trota che ti fa spendere di più per una salmonata. Gli allevatori tradizionali, però, daranno nelle settimane antecedenti alla vendita, gamberetti o mangimi composti di gamberetti e crostacei originali ai pesci che finiranno nei vostri piatti.
Ecco come preparare le trote all’aceto, se trovate l’aceto troppo forte sostituitelo con del vino bianco.
Ingredienti:
Si calcola una trota a persona, quindi regolatevi sul numero dei commensali
Una trota di taglia media (mezzo chilo circa oanche di più ) a persona
Un cucchiaio raso di olio evo per ogni trota
Una stecca di ramerino per ogni trota
Uno spicchio o due d’aglio per ogni trota
Una scorzetta di limone per ogni trota
Mezzo bicchiere di vino bianco per ogni trota
Una spruzzata d’aceto di vino bianco
Sale e pepe a piacere
Prendete una trota per ciascun commensale, di taglia media, della razza che si preferisce: qui in Toscana abbiamo una tradizione forte della trota, soprattutto in Garfagnana (dove ci sono alcuni dei più pregiati allevamenti di trote al mondo) e, in minor misura, nel Mugello e nel Casentino.
Una volta eviscerate e lavate ben bene le trote, si infila nella pancia una stecca di ramerino, uno spicchio d’aglio sbucciato, una scorza di limone e un po’ di sale e pepe, poi si salano e pepano anche all’esterno.
Le si poggiano così in una padella con poco olio bollente: cinque o sei minuti per parte, di cui i due iniziali a fiamma alta e i restanti a fiamma media. Poi si rialza il fuoco e si fanno sfumare prima con una spruzzatina di aceto bianco e poi con il vino, rigirandole nuovamente a metà evaporazione. Se preferite anche con solo l’uno o con solo l’altro. Per girarle utilizzate una paletta da lasagna.
Servitele intere nei piatti, fate sliscare a ogni commensale (il pesce di lago è un piatto sociale, si mangia lento, mentre si parla a tavola, facendo attenzione alle lische, che tuttavia nella trota non sono tante).
Irrorate con il sughetto rimasto in padella.
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